Agrate Canarins - Tazio Magni Gussola 66 - 47 18-7, 33-18, 55-32 3-2
La palla non mente e dice che Agrate è ancora una volta in finale al termine di una lunga serie thriller contro Tazio Magni Gussola che per il secondo anno consecutivo viene eliminata dai padroni di casa.
La probabilità di andare in finale( 50% a inizio match) è determinata moltiplicando due fattori: la certezza che una delle due squadre in campo raggiunga la finale e che la finalista sarà la squadra che avrà dato tutto in questa serie.
Con la serie in perfetta parità, la partita di ieri era da dentro o fuori per entrambe le contendenti: ad essere più cinica, più determinata è stata la formazione di coach Decio che ha avuto il merito di gestire con coraggio,cuore e determinazione tutte le fasi del match portando a casa la sfida dopo cinque emozionanti partite
Il contraccolpo di veder svanire una vittoria dopo che Gussola aveva riagguantato la serie sul 2 a 2 era dietro l'angolo ma i ragazzi di coach Decio riescono a stupire sempre di più ogni volta. Agrate rientra in campo agguerrita e, dopo i primi minuti di sostanziali parità scappa via mettendo fra se e gli ospiti un solco non più colmabile.
Un gara monumentale di tutto il collettivo agratese guidati da un capitan Moretti che dà la carica ai suoi per spingerli alla vittoria e che è sempre presente in tutti i momenti chiavi del match non risparmiandosi mail.
E' la serata di Paolo Pizzul con una prestazione sontuosa per qualità e quantità; di Matteo Fratesi , che recupera in extremis dopo aver saltato gara 4 e seppure in non al 100% della forma si fa sentire in difesa dall'inizio alla fine.
E' il match di Andrea Grassi e Pietro Calloni , i due nuovi innesti di quest'anno che conquistano la finale al primo tentativo . Grassi sotto le plance conquista rimbalzi e punti importantissimi gettando il cuore oltre l'ostacolo mentre Calloni è protagonista con assist e con la tripla del primo quarto che di fatto segna il match.
Citazione speciale per Catalfamo recuperato per il finale di stagione e autore di canestri importanti nei momento decisivi.
Ed è la serata di Gabriele Mentasti che si prende la scena nel terzo quarto giocando in maniera sontuosa, diventando a tratti immarcabile e con un paio di triple che costringono Gussola alla bandiera bianca.
Ma è anche la finale di Vergani,Barbieri,Ortolina,Di Sergio e Federici che si fanno trovare pronti in tutti i momenti di questa serie.
Sono stati bravissimi tutti i ragazzi ma un plauso va a tutto lo staff tecnico guidato da Coach Decio insieme a Stefano Colombo e Christopher Bianche a preparare un match come questo con Agrate che non ha mai perso un centimetro ,rimanendo sempre compatta e unita. Giocando da squadra vera, hanno cementatto il gruppo e si sono andati a prendersi la finale.
Ora ci toccano le ultime due partite della stagione visto che la formula di quest'anno prevede un minigirone a 3 squadre con Rovello (vincitrice su Melzo) e SBT Treviglio(vittoriosa su Biassono)dove solo una sarà la squadra a conquistarsi la serie C.
Si scrive finale, si legge Agrate Canarins!
Agrate Canarins : Mentasti Gabriele 22, Grassi Andrea 12, Pizzul Paolo 12, Moretti Mattia 7, Calloni Pietro 4, Catalfamo Ivan 4, Fratesi Matteo 3, Ortolina Riccardo 2, Barbieri Alessandro 0, Di Sergio Tommaso 0, Federici Andrea 0, Vergani Mattia 0, All. Decio Alberto, ass: Colombo Stefano, Bianchi Christopher
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Il titolo dell'articolo prende spunto da una citazione emersa in gara 2, che ha questo significato;
Se una “fischio” sbagliato è contestato da chi è considerato il colpevole, allora la palla avrà l’ultima parola sul fatto che il fischio fosse giusto o sbagliata. Se il tiratore sbaglia uno o entrambi i tiri di fallo, si dice che la palla ha detto la verità e la chiamata sarà memorizzata in maniera indelebile, nella mente di tutti quelli che hanno visto l’azione, come ingiusta. Spetta quindi alla parte offesa esclamare, con feroce energia “Ball Don’t Lie!”.
E’ il 2012 quando “Ball Don’t Lie” approda dai campetti di periferia direttamente alla ribalta globale della NBA quando Rasheed Wallace lo grida al Madison Square Garden di News York.
Sheed verrà espulso, ma da quel momento diventerà leggenda.
In quel’attimo si appropria di un modo di dire che verrà sempre e solo accumunato a Rasheed Wallace.